Numerose poesie sono presenti in diverse antologie di premi letterari:
Isole d'Infinito, Sguardi di donne, La Parola e l'Immagine, Il sentiero dell'anima, Memorie senza confini, Progetto Sacravita, Le schegge d'oro, Voci nostre, …
e di raccolte tematiche e riviste specializzate: La Meridiana, Il Club degli Autori, Accademia, …
Gli articoli di Didattica e Metodologia sono stati pubblicati dalla Casa Editrice La Scuola su "Scuola e Didattica", quindicinale per docenti.
Dal 2008 partecipa a vari concorsi nazionali e internazionali di poesia, conseguendo diversi premi, menzioni d'onore e segnalazioni.
Tra i riconoscimenti più importanti:
2008
2009
2010
2011
2012
2013
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Le illusioni
Le illusioni
sono nuvole in fuga,
fiori giganti
che s'accendono d'oro
e stillano miele
in cima a scale
di seta:
non le coglierai,
tranelli logici,
abbagli
di speranze mutevoli.
Si consumano
come pietre
che il fiume assottiglia
o si fermano,
cristalli incantevoli,
impigliati
tra maglie di ferro.
Con passo suadente
ci avvolgono
in veli di tulle,
per riempire
attese senza fine
e allontanare
memorie graffianti.
Siamo a caccia
di stelle cadenti
che si perdono
nell'impossibile;
ci lanciamo indifesi
nel valzer
di colorate lusinghe,
aggrovigliati e confusi
dentro questo indecifrabile
andare.
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Il cielo
Lassù, venti inquieti
sospingono
vapori di nuvole:
respiro arcano
di luci e ombre,
sintassi volubile
nel dipanarsi
del tempo.
Percorsi cristallini
s'avvicendano
a pavimenti di fuoco,
a graffiti minacciosi,
a fondali notturni
che incatenano
una pallida luna
a domande impossibili.
Finestre sfuggenti
s'aprono
su traiettorie,
su segni cifrati
dove si specchiano
i luoghi della mente
e la dolcezza mai spenta
di cose perdute.
Questo cielo
attraversato da figure alate
che si frantumano
in greggi danzanti ...
questo cielo irraggiungibile
a cui ci aggrappiamo
perché possa aprirci
spiragli d'infinito ...
o questo cielo folle
che solo ci guarda.
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L'incanto della libertà
Ho incollato
strisce bianche
sul foglio spento
della mia stanchezza,
poi ho dipinto
un'idea
sulle ali
d'un sogno.
Ho rubato
parole sussurrate
in lunghissimi inverni,
ho inventato
viaggi
nel mutare stupendo
delle stagioni,
per respirare
di nuovo
la tua presenza.
Per un momento,
ho riscoperto
l'incanto
della libertà:
un arcobaleno
di pietre preziose
impigliato
ad un sottile giallo
di luna;
un vento
lieve e incessante
che non può fermarsi,
dove volano
angeli chiari
verso un blu effimero,
più grande del cielo.
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Madre
Le tue candide braccia
stendevano
i panni
al sole
e i tuoi occhi
parlavano
di cose semplici,
buone,
di preghiere
a bassa voce
accanto ai desideri
del cuore.
Cantavi
sul balcone
in mezzo a ringhiere
fiorite
e la tua mano
scivolava
veloce
tra un rammendo
e un ricordo.
Senza parole,
t'osservavo
scuotere il capo
agli anni fuggenti
e stringerti,
con occhi velati,
all'inseparabile scialle
aranciato.
Risento tuttora
l'operoso tramestio
dei tuoi passi
al mattino
e ti rivedo
mentre scomparivi
in cucina,
per mescolarti
all'aroma
del primo caffè.
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Nel silenzio
Gocce di pioggia
oziano sul vetro,
sospese
tra sogno ed attesa.
Stringere le mani
per trattenere
tentazioni assopite,
pensieri rimossi
in un gioco a perdersi.
Scivolare, poi,
dentro una bruma impalpabile,
lungo tragitti
d'ombre latenti
e raggiungere la soglia
del silenzio.
Malinconia
fermata nel volo
di gabbiani
su lame scogliose,
in un tappeto
che corre fino al cielo,
nei tuoi passi,
nel tuo sorriso
riportati dalla marea.
Emozioni incapaci d'arrendersi,
finchè il vento
franerà il ricordo
e porterà via
quel ch'è rimasto di noi.
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Spiagge
Spiagge di sabbia azzurra,
dove flessibili stelle
si cullano sull'altalena
dei nostri respiri,
perdute in miraggi passeggeri.
Spiagge prigioniere
di falsi amori,
avvolte in strani silenzi,
abbandonate tra ruvide conchiglie
e inquieti gabbiani.
Spiagge erose dall'indifferenza,
che sprofondano nella noia
di chi s'è arreso
e si consumano
nel non vivere.
Spiagge bianche
che s'aprono a ventaglio,
che approdano a morbide dune
e scompaiono
nel fondo dei tuoi occhi.
Spiagge che vanno e vengono,
spiagge che chiamano,
aspettano,rifiutano;
spiagge che il vento accarezza,
increspa o ... allontana.
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Notte
Scommesse perse
sedimentano
su panchine umide,
spifferi
di vento
sui laghi salati
nel fondo
del bicchiere.
Una striscia
di luna
agita
l'andirivieni
dei pensieri,
i cubi bianchi,
paranoici
del cortile.
Frantumi
d'intonaco
scivolano
sul raso nero
della notte,
nella dissolvenza
lenta
di vecchie pellicole
di memoria.
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Oltre il nero
Resistere,aggrappati
sullo scoglio d'utopia,
a difendere
avamposti mutevoli
lungo l'asse inclinato
d'un prossimo nulla.
Solitudine selvaggia
alla ricerca di qualcosa
che non sai,
nella lotta consueta
tra facili entusiasmi
e improvvisi sconforti.
Incagliate nella conformità,
insistono
ribellioni inutili,
logorate dalle corde intricate
del tempo
e dai flussi seducenti
d'interazioni virtuali.
Momenti vissuti
in girandola
d'insostenibili incognite,
nella morsa beffarda
dei traguardi continui
che,poi,abbandonano
i sogni
in pozzanghere nere.
Forse, altro cielo c'è.
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Ricordo
Risentire,
d'improvviso,
il mormorio soffocato
delle emozioni,
l'imbroglio velato
delle nostre parole,
lo sferragliare crescente
d'un treno
che porta lontano.
Afferrare,
per un attimo ancora,
il tintinnio ritmato
d'un inganno,
il soffiare leggero
della persuasione
e toccare
spicchi di dolcezza
color madreperla.
Aprire, poi, gli occhi
senza voglia:
arrestarsi
davanti ai consueti
giochi reali,
rimanere sospesi
tra fili di niente
e, rapidamente,
lasciarsi catturare
dal rintocco delle ore
grigie e assonnate.
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Ritorno
Voglio stare qui
con gli origami opacizzati
Dei ricordi,
che riaffiorano
da spessori di velluto.
Borbottio di preghiere
nelle sere d'inverno,
nelle attese impazienti
sospese alle travi
come grappoli d'uva,
nella smania
d'indossare
scarpe ancora larghe.
Tutto è rimasto là
ad aspettare:
gli oggetti amati
e poi abbandonati,
l'odore delle stoppie arse,
il cielo con la luna immensa,
il sogno di volare
su aeroplani di carta.
Immagini in bianco e nero
tra cataste di legna
e gocciare di rotte grondaie;
intrecci evanescenti
di erbe sulle soglie
nel silenzio di muri scrostati.
Segnali lontani,
istanti fragili, struggenti
nel ticchettio
d'un metronomo nostalgico.
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